Giovanni Carpentieri
Il 13 settembre 1986 Giovanna Colacevich inaugura a Calcata “TEMPO REALE”, Galleria d’Arte Telematica, intorno a cui si aggregano gli artisti della comunicazione facendone, da subito, un riferimento internazionale per la nuova ricerca. Giovanni Carpentieri è tra questi.
Giuseppe Salerno, critico d’arte e curatore di eventi artistici, è l’anima del movimento ed è l’autore del testo “L’arte Senza Barriere” pubblicato nel 1991 con introduzioni di Paolo Portoghesi e Domenico De Masi. “TEMPO REALE” realizza mostre, eventi e installazioni dal 1986 al 1990.




| 1986 Nella prima mostra Giovanni Carpentieri presenta “Spazio-Tempo-Contatto”, un contenitore che racchiude opere grafiche dedicate alla “tensione” sottesa dal rapporto di comunicazione. 1987 Giovanni Carpentieri realizza l’istallazione multimediale “L’UNIVERSO TELEMATICO” alla Galleria d’Arte “L’EREMITA 1”. |







| 1987 Giovanni Carpentieri realizza l’ambiente telematico “RIFLESSI COSMICI” alla Galleria d’Arte “L’EREMITA 2”. |
| E’ un ambiente telematico nel quale lo spettatore viene coinvolto da un gioco di colori e di luci, di vibrazioni cromatiche e sonore, di allettanti giochi visivi e di affascinanti stimoli mentali. E’ la visualizzazione delle informazioni che, muovendosi in uno spazio cosmico, si sovrappongono, si concentrano e si dilatano, si moltiplicano e si intersecano in un fluire senza fine rivolgendosi ad una miriade di riceventi consapevoli ed inconsapevoli. La manifestazione viene riportata dai quotidiani “L’Unità” e“ La Repubblica”. Giuseppe Salerno scrive:: Giovanni carpentieri crea un ambiente telematico nel quale lo spettatore viene coinvolto da un gioco di colori e di luci, di vibrazioni cromatiche e sonore, di giuochi visivi e di stimoli mentali. E’ la visualizzazione delle informazioni che, muovendosi in uno spazio cosmico, si sovrappongono, si concentrano e si dilatano, si moltiplicano e si intersecano in un fluire senza fine rivolgendosi ad una miriade di ricettori consapevoli ed inconsapevoli. |








| 1988 Giovanni Carpentieri realizza l’istallazione “NETWORK” nella Galleria d’Arte “L’EREMITA 1. |
| 1.”A” e “B” sono due entità di uno spazio e comunicano tra loro attraverso due proiettori che proiettano immagini di antichi linguaggi ottenuti con le dita delle mani, vengono comandati da una centralina per dissolvenze. 2.Immagini vengono proiettate e si fondono su uno schermo semitrasparente e possono essere viste da entrambi i lati. 3.Un suono accompagna le immagini. 4.Lo spettatore, muovendosi nello spazio è libero di attraversare le immagini e di esserne attraversato. In realtà lo spazio è senza limiti, le immagini e il suono senza tempo e i proiettori sono qualsiasi mezzo per comunicare. Lo spettatore è al centro di questo microcosmo-macrocosmo ed è fruitore, oggetto e soggetto della comunicazione. Giuseppe Salerno scrive: “E’ il luogo della comunicazione, la rete attraverso cui la tecnologia ha annullato le distanze fisiche e su cui prosegue il cammino dell’uomo verso il superamento delle distanze mentali. Un flusso di energia tra A e B, intercettato nella sua manifestazione luminosa da uno schermo che ne evidenzia al centro meccanismi che ed implicazioni, è il tema di questo lavoro. Essenziale nell’uso dei materiali e delle immagini, Network” evidenzia, con il semplice uso di due proiettori, l’incontro di volontà e pensieri in una dimensione apparentemente estranea ai soggetti che la promuovono. Proiezioni e coinvolgimenti psicologici sono leggibili in un processo di comunicazione che, dietro un’apparente linearità formale, è presente in tutta la sua complessità”. |






| 1989 Giovanni Carpentieri realizza l’istallazione dal titolo “SALEM-BOSTON”, in occasione del I° Convegno Europeo di Arte Telematica organizzato a Calcata da Giuseppe Salerno. Con un sottofondo di suoni, vengono proiettate su varie superfici in movimento, immagini prese da stampe e fotografie dell’epoca, degli esperimenti del padre di Alexander Bell sulla disposizione delle labbra, della lingua e del palato per l’emissione dei suoni, del laboratorio e delle macchine inventate da Bell, del primo disegno, fatto di suo pugno, rappresentante lo schema di realizzazione della sua invenzione, della conversazione, avvenuta nel 1877, tra Bell, a Salem e Watson a Boston ed, infine, dell’affermazione piena del telefono e del suo impiego su vasta scala. |






| Giovanni Carpentieri in collaborazione con Giuseppe Salerno realizza per il I° Convegno Europeo di Arte Telematica, l’audiovisivo “ARTE SENZA BARRIERE”. La voce narrante è di Stefano Nazzaro. L’audiovisivo viene proiettato durante il Convegno. |
| 1990 Giovanni Carpentieri realizza l’istallazione intitolata “UN TRIANGOLO PER COMUNICARE”, Galleria “L’Eremita 1”, Calcata. Nella presentazione leggiamo: 1.Da un proiettore, comandato da una centralina, vengono emesse immagini che hanno una forma triangolare. 2 Le immagini attraversano, prima di giungere allo schermo, una forma anch’essa triangolare. 3.Una piccola parte dell’immagine viene riflessa da un elemento speculare 4.Un suono accompagna la proiezione delle immagini. L’immagine, dall’inizio della civiltà, è un elemento indispensabile alla comunicazione. Essa colpisce, affascina, convince, educa. In ogni momento siamo raggiunti da immagini che ci comunicano un messaggio. Il triangolo visualizza un concetto fondamentale della comunicazione: la interconnessione tra trasmittente, messaggio e ricevente. In senso più generale, il triangolo rappresenta anche il rapporto uomo-tempo-spazio. Questo triangolo, in dinamica telematica, sarà capace di assumere dimensioni sempre più ridotte fino a diventare, in una situazione di completa e totale fusione comunicazionale, un punto. La mostra viene riportata nella rubrica “IL TROVAROMA” del quotidiano “La Repubblica”. |










| 1990 Giovanni Carpentieri realizza l’istallazione intitolata “IL MONDO NUOVO”. Galleria “L’EREMITA 1. Calcata |
| Nella presentazione leggiamo: 1.In un ambiente cubico di tre metri di lato sono sospese disegni di forme geometriche in bianco e nero libere di ruotare su se stesse. 2.Le forme, piccole superfici specchianti ricevono e riflettono segnali luminosi continuamente variabili emessi da un proiettore. 3.Una parete nera con fori di apertura separa l’ambiente dallo spettatore. 4.Una colonna musicale accompagna gli impulsi luminosi ed i relativi riflessi. Su “Il giornale di Calcata”, Renata Masci scrive: “Nell’installazione, un continuo mutare di forme, di luci e di immagini colpisce l’uomo avvolgendolo in un universo di sensazioni visive in un contesto di movimenti reali e virtuali. Tale è la rete della comunicazione che viene emessa, trasmessa e ricevuta in un continuo mutare di tempi e di luoghi. Giovanni Carpentieri, in questa installazione, si ispira ai “Mondi niovi”. Così erano chiamate le macchine ottiche portatili, diffuse nelle piazze europee nel ‘700 e nell’800, consistenti in scatole fornite di un doppio foro munito di lente, attraverso cui si offriva la visione prospettica di luoghi lontani, di genti e usanze sconosciute, riportate su incisioni o vetri dipinti. Queste erano immagini di un linguaggio universale che mostrava nuovi mondi e genti diverse e lontane. Quel linguaggio visivo si è oggi tramutato in linguaggio comunicativo. Negli ultimi anni, l’universalità della comunicazione è un sogno quasi realizzato. A permettere ciò è la telematica, che ha in se le possibilità di comunicazioni globali e simultanee. Per suo tramite, l’immagine e l’informazione interagiscono tra spazi, luoghi e operatori diversi creando, al di là delle implicazioni sociali, profonde e coinvolgenti emozioni culturali”. |
Allestimento e grafica delle immagini per “IL MONDO NUOVO”



















