La forma verticale

Opere “Verticali” di varie periodi e di varie dimensioni (da 160cmX20cm a 50cmX30cm.)

“VERTICALI”
L’idea della verticalità nelle opere di Giovanni Carpentieri compare già nel 2002 quando Costantino Morosin scrive, a proposito delle “ICONE”: “L’evoluzione iconica di Carpentieri sta isolando una fascia significante dal resto dell’opera impostata in senso verticale dove prevale la dimensione dell’altezza come in un obelisco o in un menhir“.

Nei “VERTICALI” compare appunto solo questa fascia significante. La simbologia del verticale è presente fin dalla preistoria: sono le stele, i menhir, le pietre fitte, gli obelischi, le colonne sacre. “L’axis mundi” degli alchimisti medievali, è un asse immaginario che congiunge la terra e il cielo, la materia e lo spirito, intorno al quale ruota il tempo e la vita generando la ciclicità degli eventi e “l’albero della vita o albero cosmico” che, traendo linfa vitale dalla terra e dal cielo, congiunge gli opposti in un continuo susseguirsi di cicli.

La verticalità porta verso l’alto, eleva lo sguardo. L’idea ascensionale, come avviene nelle bellissime cattedrali gotiche, ha una valenza trascendente. Nei “verticali” c’è dunque una visione positiva della vita così come c’è nel colore che è energia vitale e che, come dice Schopenhauer, “suscita immediatamente in noi una viva gioia”. Le cupole e le pareti dell’architettura islamica, i soffitti colorati e dorati delle chiese cristiane sono allegorie del cielo stellato e simboli di una realtà che ci trascende.

Tra gli elementi “verticali” su tavola realizzati da Giovanni Carpentieri vi sono quelli di 160X20 centimetri componibili e variamente colorati (con inserite strisce d’oro) e nascono nel 2006 per una mostra alla Galleria REM di Jabeek (Olanda). Possono essere accostati a distanze variabili e variati di posizione per ottenere composizioni diverse.

Giovanni Carpentieri

ALBERI DELLA VITA
La performance che Joseph Beuys realizza a Documenta di Kassel del 1982 è una delle più straordinarie operazioni concettuali della storia dell’arte.
Settemila pezzi di basalto vengono “adottate” da altrettante persone che si impegnano a piantare settemila querce. L’operazione viene terminata nel 1987 quando Beuys è già morto da un anno.
Terminata ma non conclusa, anzi, è l’inizio della sua vera vita. L’idea di Beuys era quella di tramutare una materia inerte in una viva che si sarebbe riprodotta ininterrottamente nei secoli a venire.
L’idea dell’albero come simbolo di congiunzione degli opposti, della terra con il cielo in un continuo susseguirsi di cicli è antica ed universale.
Alberi della vita, “alberi del mondo” visti come ascesa da una condizione primitiva
ad una più elevata. Anche questa ricerca vuole accostarsi all’idea dell’albero del mondo.
Una ricerca realizzata con colori acrilici su tela di 140X70 centimetri di dimensione.
La verticalità è essenziale nella simbologia dell’albero. La verticalità è vita e qui viene rappresentata da un asse che collega il basso con l’alto, un asse interiore che, avente la base sulla terra, si evolve verso il cielo.
Il colore è energia vitale e positiva, dinamica, quella stessa che viene evidenziata dalle foglie, dai i frutti e dagli uccelli colorati presenti nelle immagini medievali e rinascimentali che ci mostrano la natura.
Anche la forma geometrica è energia positiva.
Nella sua essenzialità racchiude l’ordine e la razionalità. Fanno parte di una geometria simbolica le strisce parallele verticali che servono da linee di congiunzione tra la morte e la vita e viceversa, in un’idea di rigenerazione che trascende lo spazio e il tempo.

Alcuni di questi “Alberi della vita” sono stati esposti nella mostra personale di Giovanni Carpentieri allo STUDIO ARTI VISIVE di Matera nel 2017 a cura di Franco Di Pede.
Sono su tela e le dimensioni vanno da 160cmX70cm e 120cmX100cm.

L’idea dell’albero visto come simbolo di congiunzione degli opposti, in un continuo susseguirsi di cicli, è antica ed universale. Alberi della vita, “alberi cosmici” visti come ascesa dalla terra al cielo, dalla materia allo spirito, da una condizione primitiva ad una più elevata. Anche questa ricerca vuole accostarsi all’idea dell’albero del mondo. La verticalità è essenziale nella simbologia dell’albero. E’ vita e qui viene rappresentata da un asse che collega il basso con l’alto, un asse interiore che, avente la base sulla terra, si evolve verso il cielo. Il colore è energia vitale, quella che permea tutto l’universo. E’ energia positiva, dinamica, quella stessa che viene evidenziata dalle foglie, dai frutti e dagli uccelli colorati presenti nel-le immagini medievali e rinascimentali che rappresentano la natura. Anche la forma geometrica è energia positiva. Nella sua essenzialità racchiude l’ordine e la razionalità. Fanno parte di una geometria simbolica le strisce parallele che servono da linee di congiunzione tra la morte e la vita e viceversa, in un’idea di rigenerazione che trascende lo spazio e il tempo.

STELE
Collage su tavola da 20mm realizzati tra il 2007 e il 2010.
Giovanni Carpentieri è attratto dal manichino che compare nel XVIII secolo nel volume sulla tecnica e l’artigianato della Encyclopedie di Diderot e D’Alembert ed usato dagli artisti per studiare l’anatomia. Intero o in parte compare anche in altre opere di Carpentieri tra cui gli “ICARI”. e i “TEATRINI”.
Anche queste stele si inseriscono in un contesto della verticalità.