Notizie sull’artista

Gerald Bruneau fotografa Giovanni Carpentieri.

VIDEO “GIOVANNI CARPENTIERI Dal volo all’arte” Edizioni RONIN FILM PRODUCTION Anno 2021

PATRIZIA PERON parla della Installazione multimediale “FORME ESSENZIALI” e “ICARO NON MUORE” di Giovanni Carpentieri nello Spazio Culturale MAITRI di Calcata dal 12 al 20 novembre 2022.

Giovanni Carpentieri, pittore, grafico e video-artista, nasce a Montella nel 1935 da famiglia napoletana. Studia a Napoli e nel 1954 entra come allievo del Corso Orione II nell’Accademia Aeronautica a Nisida. Diventa pilota militare e pilota da caccia. Vive a Verona, a Milano, negli Stati Uniti e in Francia.
Nel 1970 lascia l’Aeronautica Militare, si trasferisce a Roma e inizia l’attività di pilota di linea con la compagnia Alitalia.
Si interessa fin da ragazzo all’arte, al design e all’architettura, Nel 1967, a Milano, conosce Roberto Crippa e ne diventa amico ed allievo. Nello stesso anno apre lo studio a Milano e conosce vari artisti tra cui Fontana, Scheggi, Kodra.

Dopo una prima fase nella quale produce opere astratte gestuali su tela realizzate con colori sintetici bianchi e blu, passa ad opere geometriche su plexiglas, tela o cartoncino che si inseriscono in un filone di arte minimalista. Sono le “FORME ESSENZIALI” nelle quali ricerca l’equilibrio tra le geometrie pure ed il colore  (spesso bianco su bianco  e bianco e nero) e le “VARIAZIONI GEOMETRICHE” sul quadrato, il triangolo e il cerchio. 

Si interessa, anche attraverso frequenti viaggi in Oriente, alla simbologia nell’arte e alle filosofie Tantra e Zen; in particolare all’aspetto estetico, simbolico ed esoterico di queste  discipline. Nel 1976 Carpentieri espone opere ispirate proprio allo Zen in due mostre: una a Gouda (Olanda) alla Galleria Edelambachthuis dal titolo ZEN SHADES” e un’altra a Milano allo Studio Zero in Piazza Oberdan con lo scultore e grafico olandese Memmo Meyer. In questo filone si inseriscono le opere delle serie “GEOMETRIE E ZEN“, “LA MENTE E IL GESTO” e “FIORI PER UN GIARDINO ZEN” realizzate tra il 1974 e il 1975, nelle quali elementi gestuali sono inseriti su basi geometriche o serigrafate.

Suoi soggetti frequenti, dal 1986, sono anche “ICARI” e “personaggi volanti”, che mostrano, nel loro interno, complessi meccanismi tecnicistici. Opere su tela e, più spesso, su cartoncino 100X70.

Nei “TRIANGOLI COLORATI”, realizzati tra il 1985 e il 1986, all’interno di una forma triangolare, che ha le stesse proporzioni della piramide di Cheope, vengono messe in risalto composizioni che evidenziano le energie insite nel colore.

Dal 1986 al 1993, a Calcata, dirige il Centro Culturale “L’EREMITA” da lui stesso fondato, che opera in due spazi espositivi “L’EREMITA 1” e “L’EREMITA 2”

Dal 1986 al 1991 fa parte degli artisti telematici del Gruppo “TEMPO REALE” diretto da Giuseppe Salerno realizzando opere e performance nelle quali vengono coinvolte le moderne tecnologie della comunicazione.

Dal 1993 al 1998 apre una casa-studio a Nizzadi fronte al Museo di Arte Moderna e Contemporanea e frequenta gli ambienti artistici della Costa Azzurra. Realizza le “SCATOLE DI MONTAGGIO” e le “SCULTURE MOVIBILI”. Nelle prime, parti di personaggi e di cose vengono poste in contenitori di legno da cui potrebbero essere concettualmente riprese per essere montate. Nelle seconde, che sono realizzate in legno bianco laccato e sono da appendere alle pareti o poggiare su basi, alcuni elementi sono movibili.

Nel 1998 nascono i “TEATRINI PROSPETTICI”. Sono scatole tridimensionali di legno nelle quali la struttura scenica è tratta dal libro di studi sulle prospettiva dell’olandese del ‘600 Jan de Vries ed i personaggi, l’uomo e la donna, sono presi da opere di pittori famosi. 

Nello stesso anno apprende da Andrè Marzuk, a Nizza, la tecnica della pittura con i colori dati con la spugna e della posa dell’oro in fogli. Nascono le “ICONE”, pitture astratte su tavola, tela o cartoncino , realizzate con colori   acrilici e oro, nelle quali è presente, in uno spazio simmetrico e geometrizzante, una forte valenza spirituale.

Nei “TRIANGOLI PROFONDI”, realizzati dal 2000, le scatole  di  legno  contengono  una  forma  triangolare  tridimensionale  astratta ottenuta  dalla sovrapposizione di più piani.

Nel marzo del 2003 compera un antico spazio a Calcata, una volta rimessa per la carrozza ed i cavalli dei Massimo, signori del borgo, lavora al suo recupero e lo converte in studio e spazio espositivo al quale dà il nome di “Natura coelestis”.

Nascono i “VERTICALI”, le “STELE” e le “COSTRUZIONI PROGRESSIVE”.
I “VERTICALI”, sono elementi su tavola a forte sviluppo verticale. Realizzati dal 2006, componibili e variamente colorati (con inserite strisce d’oro). Possono essere accostati a distanze variabili gli uni dagli altri e variati di posizione per formare composizioni diverse.

Nelle “STELE”, opere tra la pittura e la scultura realizzate tra il 2006 e il 2008, Carpentieri prende a prestito la forma dell’uomo e del manichino, come appare rappresentato nell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert, e la modifica al computer arricchendola con strisce colorate. Le STELE sono state realizzate tra il 2006 e il 2008.

Nelle “COSTRUZIONI PROGRESSIVE”, realizzate tra il 2008 e il 2011, riprende e trasforma le “Variazioni geometriche” del 1969-70 inserendo molto colore. In esse viene ricercata una “stabilità dinamica” attraverso l’inserimento di linee diagonali che si muovono su sfondi gestuali. Il nome deriva dal fatto che la composizione si crea “in divenire” partendo da un’idea appena accennata. La tecnica è acrilico su tavola o su cartoncino, le dimensioni sono varie.

Opere recenti, 2012-2013, sono gli “ALBERI DELLA VITA” e le “SPIRALI AUREE”. Gli “‘alberi della vita” sono opere su cartoncino (40X30 centimetri) realizzate per il Natale del 2012. “L’albero della vita” prende nutrimento dal basso e dall’alto, è rigoglioso e colorato ed è un simbolo universale e archetipico. Nelle “Spirali auree” elementi astratti geometrici ruotano intorno ad un punto di nascita da cui parte una spirale aurea. La tecnica è quella mista (china, acrilico e colore spray) su cartoncino Fabriano.

Giovanni Carpentieri realizza vari documetari dedicati alla creatività di Calcata (VT) tra cui “PAOLO PORTOGHESI A CALCATA”,; “SIMONA WELLER A CALCATA”; “GIUSEPPE SALERNO A CALCATA”; “MASSIMO JATOSTI A CALCATA”; “ENRICO ABENAVOLI A CALCATA”; “EGIDIO MANGANELLI A CALCATA”; “PIERO SENSI GALLETTA A CALCATA”; “LUGHIA A CALCATA “che sono postati su YOU TUBE. Realizza anche il ducumentario “DIONISO E APOLLO, Gli spazi della rappresentazione teatrale in Occidente”. La voce narrante è di Stefano Nazzaro.

Tra il 2017 e il 2018 Carpentieri realizza una serie di maioliche d’arte: i “PIATTI”
realizzati a Deruta con l’aiuto dell’artista ceramista Nicola Boccini.
In essi “convergono” parti delle sue opere di cinquanta, quaranta anni fa e viene messa
in evidenza la linea “verticale” che appare nelle sue opere recenti.
I piatti hanno un diametro di 40 centimetri e possono essere appesi o poggiati.
Ogni piatto (multiplo di tre) è firmato e numerato.

Mostra personale “CONVERGENZE, Tra vecchie e nuove ricerche” Palazzo Baronale degli Anguillara. Calcata (VT) dal 2 al 10 settembre 2017. Carpentieri presenta una ventina di opere realizzate in vari periodi tratte dalle serie “VARIAZIONI SULLE FORME GEOMETRICHE”; “LA MENTE E IL GESTO”; “COSTRUZIONI PROGRESSIVE” e per la prima volta, la nuova ricerca del 2017, i “PIATTI” ceramiche realizzate a Deruta.

Negli ultimi anni ha realizzando opere digitali che possono essere stampate su vari supporti. Sono i “CHRONOPIXEL” Nel 2025 espone, nella sua personale dal titolo “Chronopixel tra memoria e nuove visioni”, opere digitali stampate su un supporto metallico (D-Bond). Sono i “SOLI”, i “CONTENITORI DI ELEMENTI DI MEMORIA” e i “ALLA RICERCA DI UN EQUILIBRIO POSSIBILE”.

Giovanni Carpentieri ha tenuto numerose mostre personali e collettive il Italia, USA, Canada, Giappone, Francia, Olanda e Grecia. Ha partecipato a molte performance, allestimenti e mostre nell’ambito della ricerca telematica di Tempo Reale.
Ha realizzato numerosi audiovisivi di genere documentaristico e culturale e, inoltre, si sta dedicando, inoltre, alla produzione di video d’arte, di ritratti e di opere nelle quali l’immagine viene trattata con effetti di grafica computerizzata. 
Sue opere sono presenti in permanenza presso la Galleria REM di Jabeek (Limburg-Olanda).

Attualmente vive e lavora a Calcata, Piazza Roma, 3 – 01030 e a Roma, Via G.B. Lulli 58 – 00124.
E-mail giocarpentieri@libero.it 
Cell. 339 4754104.
Compare sul sito http://www.giovannicarpentieri.com e sul sito www.Calcata.Info. tra gli artisti di Calcata.
Per video e documentari: YOUTUBE Giovanni Carpentieri tutti i video.

La critica d’arte Patrizia Peron scrive:
Che Giovanni Carpentieri incarni il modello dell’artista del Rinascimento risulta evidente a chiunque incontri la sua opera. Essa è non solo attraversata dal rigore della ricerca, un rigore in cui prevale la forza della passione sulla disciplina, ma dalla fiducia nell’atto del costruire con l’arte, che è in sé visione positiva del mondo.
Il suo processo artistico si configura soprattutto come metodo: una forma, un sistema di colori, un’idea, vengono indagati e declinati instancabilmente in tutte le sue possibili espressioni e variazioni, nell’esercizio di avvicinarsi quasi all’esaurimento di ogni possibilità. E’ un attitudine che ricorda il modo di operare di molti artisti della Bauhaus, tempio dell’arte del costruire del nostro Novecento. Lo spirito costruttivo della Bauhaus costituisce la radice profonda del dialogo tra pittura e architettura, sostanziale nel modo “geometrico” di pensare alla relazione tra  forma e al colore che domina l’opera di Carpentieri. I motivi primari sono prediletti. La loro adozione non appare tuttavia come un gioco intellettuale freddo e minimalista. L’autore sembra piuttosto cercare la vitalità e l’energia che risiedono nelle forme semplici, nei colori primari e nelle campiture monocrome. Il suo rapporto con l’arte del costruire è così profondo da non poter essere spiegato dalla semplice fascinazione di un’avanguardia storica, vi leggiamo radici individuali costitutive e tenaci, che paiono evocare una discendenza lontana, suggerita da quel cognome, Carpentieri, che all’arte del costruire fa indubbio riferimento.  E’ questa attitudine a sostanziare il lungo lavoro di ricerca di Giovanni, in cui è difficile cogliere stanchezze o turbolenze. Ci sentiamo piuttosto trasportati da un fiume placido e luminoso.  Talvolta egli indaga asimmetrie e disequilibri, ma il suo favore verso l’equilibrio e l’armonia risulta prevalente.
La sua prolifica produzione, ordinata per temi e percorsi , si dipana con una costanza mantrica nel tempo.
Un lavoro che si accorda con una personalità d’artista generosa, che rifugge l’eccentrismo, che coltiva  l’amore per l’arte e la filosofia, restituendolo, tra l’altro, nei chiari video-documentari da lui realizzati.
La formazione di Carpentieri non è accademica, la sua arte cresce nella Milano  degli anni ’60 di Crippa e di Fontana, frequentando gli studi, osservando, facendo e rifacendo.  Qui conosce le neoavanguardie. 
Nei cicli, Variazioni geometriche, Zen shades e Geometrie e Zen risulta evidente l’assimilazione delle esperienze delle avanguardie storiche. Difficile pensare alla serie Icone, esposta nello spazio Maitri di Calcata, senza rammentare Lo spirituale nell’arte di Vasilij Kandinskij . Carpentieri ci racconta che queste tavole furono realizzate nel periodo dello studio di Nizza, quando grazie al rapporto con l’artista Andrè Marzuk  incontrò le nuove tecniche della pittura a spugna e della doratura. Nella sua nota autobiografica egli si sofferma sull’importanza della tecnica e del fare, elementi significanti del suo linguaggio artistico. A ben guardare, la tecnica della spugna viene utilizzata per allontanare la gestualità diretta: nella resa del colore a spugna l’affermazione del gesto è mediata e silente. Come nelle dorature la luce non è data dalle pennellate quanto dalla materia pura e la mano dell’artista lascia spazio alla qualità trascendente dell’oro. Così come avviene nella pittura religiosa medioevale e nel linguaggio delle icone, appunto, in cui il gesto si evidenzia il meno possibile e la ripetitività delle repliche, derivanti da modelli  non ideati dall’artista, hanno la funzione di contenere l’ego per  lasciare lo spazio all’espressione di uno spirito superiore che può raggiungerci attraverso l’arte.
Giovanni Carpentieri conosce bene l’arte antica e moderna e siamo certi che l’adozione di alcuni aspetti che fondano il suo percorso artistico, quali la serialità e la ripetizione, sono connotati estetici  sostenuti da profondi contenuti semantici.
Ciò che commuove del suo lavoro è come in un mondo in cui spesso si declama decadenza e sfacelo, egli riesca ad affermare, con una forza costante che si fa strada nel tempo, la fiducia indiscussa nell’arte, e con essa nell’uomo.
Patrizia Peron

Gerald Bruneau fotografa Giovanni Carpentieri, Calcata Maggio 2024
Gerald Bruneau, fotografo ed attore di origine francese, ha realizzato mostre di ritratti fotografici ad attori e personaggi famosi. Ha frequenta Andy Warhol a New York ed ha collaborato con reportage, ritratti, copertine e servizi per molti importanti quotidiani tra cui Washington Post, Times, Le Figaro, Le Monde e L’espresso.