Prime opere

Giovanni Carpentieri

Nella prima mostra, nel marzo del 1968, alla Galleria San Rocco di Seregno (con Loris Ferrari) Giovanni Carpentieri espose quadri monocromi (bianco e blu, smalto su tela). Sono le “FORME FLUTTUANTI”, curve disegnate a mano libera.
Pasquale Colacitti scrive:
“Giovanni Carpentieri, ….ha esposto in numerose collettive ed ultimamente ha partecipato al Premio “Pierre Cardin Arte Moda”. Le sue forme spaziali portate ad una sintesi grafica e cromatica di estrema semplicità si snodano con un ritmo ondulante ed armonico come forme floreali essenzialissime e decorative in una bicromia bianca e blu. Semplicità rigorosa che ci manifesta un animo abituato alla precisione tecnico-scientifica della sua missione di aviatore che non ignora i pericoli ma che sa anche bearsi di profondi silenzi siderali quando vola nel cosmo nelle chiare e stellate notti estive”

Nello stesso tempo Carpentieri continuò ad interessarsi all’arte giapponese e a alla simbologia nel Tantra e nello Zen. Scopri l’I-Ching e i suoi esagrammi e iniziò a usare le linee intere e quelle spezzate (il maschile e il femminile) come forme denotative nelle sue opere.
Molte delle quali vennero eseguite su plexiglas (bianco su bianco e bianco e nero), altre su tela o cartoncino. Sono le “FORME ESSENZIALI”, quasi tutte simmetriche nelle quali si ricerca un equilibrio tra le geometrie pure e lo spazio. Le opere su plexiglas presentano una certa tridimensionalità poichè le forme in primo piano sono staccate dal fondo (spesso bianco su bianco o bianco su nero o viceversa).
Lo STUDIO ZERO di Milano pubblica nei primi anni ’70 tre “FORME ESSENZIALI” tra i suoi multipli che vengono esposti al FESTIVAL DEI DUE MONDI nel 1974.
In occasione della mostra della mostra personale con Roberto Crippa a Palazzo Morandi di Piacenza.
Nello Bagarotti su “La Libertà” di Piacenza scrive:
Carpentieri è vicino all’astrattismo geometrico tipo Kandinsky, Reggiani, Magnelli ed altri. E’ una pittura che ha senso soltanto quando ha una grande purezza di struttura e una totale limpidezza cromatica. E Carpentieri ha su questo piano le carte in regola. Le sue strisce di colore vibrano con luminosità entro le semplici masse che le contengono. Il dominio dei segmenti è infranto da cupole curve che chiudono le composizioni.